Dante e la sua Commedia un po’ DIVINA

dante 2Struttura dell’Oltretomba

Secondo il sistema tolemaico seguito da Dante, la Terra era immobile al centro dell’universo e, intorno, le giravano nove cieli (Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno, Cielo Stellato, Primo Mobile), racchiusi tutti dentro la grande sfera dell’Empireo, il cielo immobile, sede di Dio e dei beati.

La Terra, per Dante, era divisa in due emisferi: il boreale con a nord Gerusalemme, formato solo di terra, l’australe coperto tutto d’acqua.

Ma quando Lucifero, l’angelo più bello e perfetto creato da Dio, gli si ribellò, precipitò giù dall’Empireo e cadde sulla Terra, un blocco di questa, inorridito dal suo contatto, s’inabissò ed emerse dalla parte opposta dando origine alla montagna del Purgatorio, che si trova nel mare dopo le colonne d’Ercole. Così nella Terra si formò una voragine a forma di imbuto, l’Inferno, nel cui profondo Lucifero si fermò e rimase.

dante

 Il viaggio

Il viaggio nell’oltretomba dura una settimana, dal giovedì santo, 8 aprile 1300, fino al giovedì dopo Pasqua, 14 aprile.

VIAGGIO ATTRAVERSO L’INFERNO: Dante, guidato da Virgilio, inizia il suo viaggio nella notte dell’8 aprile, e, alle ore 18 del 9 aprile, giunge nel profondo dell’Inferno di fronte a Lucifero

VIAGGIO SULLA MONTAGNA DEL PURGATORIO: Domenica di Pasqua, è l’alba. Dante e Virgilio, usciti dall’Inferno, sono giunti sulla spiaggia del Purgatorio, una montagna che s’innalza dal mare a perdita d’occhio. La salita è faticosa e dura tre giorni e mezzo, arrivano infatti sulla cima a mezzogiorno del 13 aprile. Virgilio ha terminato il suo compito e scompare. Accanto a Dante è ora Beatrice, la donna da lui amata che lo guiderà in Paradiso.

ASCENSIONE AL PARADISO: Dante, guidato da Beatrice, impiega un giorno e mezzo per ascendere di Cielo in Cielo fino alla visione di Dio. Il viaggio termina il 14 aprile, giovedì dopo Pasqua.

Le tre guide

virigilio– Virgilio: accompagna  Dante per quasi 2/3 dell’opera, dal 1° girone infernale fino  al Paradiso Terrestre. Essendo un poeta pagano, che quindi non ha  ricevuto il Battesimo, risiede nel Limbo,  egli è simbolo della ragione umana  che, pur potendo avvicinarsi a Dio, non riesce a comprenderlo  perché non è illuminata dalla luce della Rivelazione.

 

 

beatrice– Beatrice: è la donna a cui il poeta rimarrà sempre legato, è simbolo della Grazia, senza la quale non si può salire al cielo, compare nel Paradiso terrestre e lo accompagnerà fino all’Empireo, sede dei Beati.

 

 

sn bernardo di chiaravalle– S. Bernardo di Chiaravalle: è l’ultima guida di Dante, colui   che condurrà il poeta alla contemplazione della Rosa dei Beati, della  Vergine e, negli ultimi versi, di Dio. Eremita e devoto della Madonna, simboleggia la contemplazione, necessaria per poter arrivare alla contemplazione della Trinità.

 

 

 

Legge del contrappasso

La pena da scontare nell’Inferno e nel Purgatorio viene stabilita in rapporto ai peccati commessi in vita, e può essere data per similitudine e contrasto. La similitudine si ha quando la pena assomiglia al peccato; il contrasto invece quando le caratteristiche della pena sono rovesciate rispetto al peccato commesso. Per esempio, come contrasto, gli ignavi sono costretti a seguire un’ insegna, senza la passività che hanno avuto in vita, e vengono punti da insetti, sacrificando quindi il proprio sangue. (Se il mio peccato fosse quello di aver mangiato troppa cioccolata in vita, sarei costretta a non poterla assaggiare mai più). Per similitudine, sono per esempio i lussuriosi. Paolo e Francesca in vita hanno lasciato che i loro corpi venissero travolti dalla passione e saranno condannati ad essere travolti dalle bufere. (Quindi, dovrei mangiare cioccolata fino a star male).

Stile

Dante non solo si inventa una storia fuori dal comune, ma la scrive anche con uno stile nuovo, fuori dal comune. Una novità consiste nell’utilizzare un linguaggio diverso a seconda dell’argomento che tratta. Per descrivere l’Inferno userà un linguaggio diretto, a volte, volgare, buffo con molte similitudini prese dal mondo reale, dagli animali all’agricoltura, dalla guerra alla quotidianità. Anche il luogo che ci descrive è molto reale e particolareggiato. Più il viaggio del poeta sale più anche il paesaggio si fa irriconoscibile e il linguaggio elevato, fino ad arrivare al Paradiso dove Dante sarà costretto ad utilizzare parole e paragoni presi soprattutto dalla Teologia e dalla Filosofia. Per questo motivo l’Inferno è più semplice del Paradiso, perché per comprendere l’ultima cantica bisogna conoscere molte più parole, provenienti da materie spesso complesse.

Curioso notare come tutte le tre cantiche terminino con la parola “stelle”. (“E quindi uscimmo a riveder le stelle” – Inferno; “Puro e disposto a salir a le stelle” – Purgatorio e “L’amor che move il sole e le altre stelle” – Paradiso).

Scopo

Attraverso il racconto del suo viaggio Dante vuole descrivere diverse situazioni:

  • Personale universale (redenzione dell’umanità): leggendo, infatti, la Divina Commedia ogni uomo ripercorre il viaggio dantesco purificandosi anch’esso dai sette vizi capitali – accidia, ira, gola, invidia, lussuria, avarizia, superbia.
  • Autobiografico: il libro si può veramente leggere come il viaggio fantastico di Dante che riesce a salvare l’anima dopo il periodo di traviamento (selva oscura).
  • Denuncia: attraverso la sua opera il poeta riesce a dire tutto quello che nella storia, recente o passata, lui condannava, e ad elogiare tutto e tutti quelli che stimava fossero persone a fatti positivi. Attenzione però! Dante cerca di essere il più oggettivo possibile, non si fa confondere da sentimenti quali la stima o l’amicizia: mette all’Inferno anche sui amici o autori che lui aveva studiato e che gli piacevano ma di cui erano noti i peccati!

Ed ora chi meglio di Roberto Benigni può spiegare in modo chiaro e accattivante la Commedia, dato il suo amore per Dante:

Per meglio onorare la memoria del Sommo, proviamo a imparare a memoria i primi versi della sua opera:

Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.

Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!

Tant’è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai,
dirò de l’altre cose ch’i’ v’ ho scorte.

Io non so ben ridir com’i’ v’intrai,
tant’era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai.

Per divertirsi un po’  si può seguire questo link e leggere l’Inferno in fumetto. Buona lettura!

Inferno a fumetti

Ora cercheremo di ripercorrere gli episodi più significativi dell’Inferno, lasciandoci guidare dal filo conduttore dei guardiani o mostri presenti nella Cantica. Ecco l’elenco di quelli che incontreremo:

  • Tre fiere: lonza, leone, lupa
  • Caronte: traghettatore infernale
  • Minosse: decide a quale cerchio destinare un dannato
  • Cerbero: guardiano dei golosi
  • Pluto: guardiano degli avari e dei prodighi
  • Flegias: guardiano degli iracondi nella palude Stigia
  • Erinni e Medusa: stanno sopra le mura della città infernale
  • Minotauro e Centauri: guardiani dei violenti contro il prossimo immersi in un fiume di sangue bollente
  • Arpie: guardiane dei violenti contro sé stessi, fanno il nido tra i rami degli alberi dannati
  • Malebranche: demòni a guardia dei barattieri immersi nella pece bollente
  • Giganti: guardiani dei traditori dei parenti
  • Lucifero